“Magnifica ossessione” di Claudio A. Barzaghi

“Scomposizioni armoniche”, Galleria Verifica 8 + 1, Mestre – Venezia

Ottobre 2007


Magnifica ossessione, proporrei di cambiare così il titolo di questa mostra. Certo, è un azzardo, perché non è dimostrato che si possa amare una figura geometrica.

Però, siccome Sandi Renko ci riesce, allora dobbiamo chiederci il perché, e se il suo amore è corrisposto.

D’altronde Renko non è nuovo all’esperienza, infatti, in qualità di affermato designer è già ampiamente amato dagli oggetti, e quindi il passo per lui è apparentemente più breve e naturale.

In realtà non poi così breve, dato che le sue prime sperimentazioni con il motivo del cubo risalgono alla fine degli anni settanta del secolo scorso. Quindi si direbbe piuttosto una ripresa. Ma qualcosa nel frattempo è successo, e vedendo quanto propone oggi, e come lo sviluppa, la natura del cambiamento sembra evidente: discorso e linguaggio sono diventati ancor più “limpidi” e “puri”. E questo accade, può accadere, solo quando ci si innamora nuovamente. In modo più forte di prima e, come in questo caso, in modo più grande di prima; fino ad avere bisogno di un’intera parete, se non di un intero orizzonte per esprimersi.

Il vero artista è nella gran parte dei casi un fissato – anche se non arriva necessariamente alla patologia – e Renko conferma. Fissato e ossessionato dallo sviluppo della sua figura preferita, declinata senza posa e, soprattutto, senza fretta o ansia da prestazione.

Così, ciò che prende corpo è una figura quasi solo toccata dai colori prevalentemente primari – i quali, poi, all’atto pratico si limitano a definire in modo sottile la vasta superficie bianca – in una simbiosi assoluta con i rilievi volumizzanti del cartone scelto a supporto. Ma bisogna stare all’erta e non lasciarsi ingannare, anche se l’artista ci prova: questi rilievi non sono una guida ma, piuttosto, una spalla con la quale dialogare, come a teatro, per dare nuovo corpo all’ossessione. Insomma, a ciò che gli ha rubato il cuor!.

L’ennesima conferma di quanto questo artista punti sempre e comunque a un atto puro.

Un tempo si tributavano grandi onori ai portatori di ossessioni. Bisognerebbe ricominciare!

ORAL

È come dice il giallista Carlo Lucarelli: “se questa mostra fosse una storia, sarebbe una storia gotica!”. Con il triestino Sandi Renko è proprio così. A conoscerlo, e a voi oggi capiterà, è una persona posata, tranquilla, dedita al lavoro, addirittura amabile, ma appena entra nel suo atelier si trasforma, viene posseduto da uno spirito, da una “magnifica ossessione”. Intendiamoci, la cosa non è strana, gli artisti sono così, fissati e maniaci. Ma nel suo caso l’ossessione si chiama sviluppo della figura del CUBO, e dura da parecchio, infatti i primi sintomi risalgono ai lontani anni settanta del secolo scorso.

Poi, così come è venuto, lo spirito se ne va, o si assopisce, e lascia il campo agli oggetti, al design, al successo professionale. Ma siccome ritorna, torna più esigente e affamato di prima. E vuole più spazio, vuole più tempo, vuole una mostra tutta per sé. Insomma: vuole tutto. Vuole anche formati più grandi e invade un’intera parete. Non contento si trova un complice, un supporto di cartone dagli ampi solchi volumizzanti. E la strana coppia produce forme fatte di linee sottili e pure, colorate ma di colori prevalentemente primari che declinano il cubo senza posa..

Che volete, l’amore è così: assoluto e limpido. Esigente e invadente.